L'idea è nata da una foto analogica scattata a Brera una sera di tanti anni fa quando frequentavo l'Accademia.
Erano passate le sei ed era inverno quindi l'Accademia era illuminata dalle luci artificiali che creavano un effetto un po' surreale. In giro c'era poca gente. Ho scattato la foto senza usare il flash e questo ha creato un particolare effetto "mosso".
La foto poteva essere già interessante così ma, anni dopo, ho deciso di rielaborarla e, mentre ci lavoravo, si è fatta strada a poco a poco un'idea: l'immagine era la traccia di un evento accaduto anni prima del quale avevo un ricordo non troppo preciso. Il ricordo si era modificato negli anni, come accade a ogni nostra esperienza, e a questo evento se ne erano sovrapposti moltissimi altri, diversi per significato ma riferibili tutti allo stesso luogo.
Ho cercato quindi di rendere visibile il processo interiore di rielaborazione dell'esperienza prodotto dalla mente attraverso il ricordo suddividendo tale processo in quattro fasi successive:
1. EVENTO
2. MEMORIA
3. ALTERAZIONE
4. OBLIO
L'evento accade.
E' unico e si manifesta in quel momento, in quello spazio e in quel modo.
Viene percepito da un individuo in modo particolare e la sua intensità emotiva ne consente il ricordo.
A questo punto l'evento diventa mentale e inizia la sua inevitabile trasformazione che lo porterà a diventare qualcosa di diverso da ciò che era stato percepito in origine.
Nel suo essere divenuto mentale, l'evento entra a far parte della memoria dell'individuo che l'ha vissuto.
Grazie a questo particolare processo, può essere richiamato innumerevoli volte e quindi può essere rivissuto continuamente; può trasformarsi in un ricordo fugace o in una vera ossessione, in base alla carica emotiva che conserva.
Con il passare del tempo, la memoria di un evento viene inevitabilmente alterata. Altre immagini si sovrappongono al primo momento, altre esperienze si stratificano rendendo confuso il ricordo e cambiandone progressivamente la struttura.
Alcune parti dell'evento permangono, ma risultano sempre meno percettibili, sempre più sfocate.
Quando, alla fine, il tempo avrà compiuto il suo lavoro sul ricordo, ecco sopraggiungere l'oblio.
L'evento originario viene dimenticato, viene "cancellato", coperto da una grata che lo cela al mondo.
Il cancello della mente sembra chiudersi definitivamente sull'evento, oscurandolo alla vista e relegandolo nel regno dell'impercettibile.
Solo un'altra esperienza analoga potrà far riemergere nuovamente parte dell'evento dall'oblio, risvegliando sensazioni ed emozioni da tempo - e dal tempo - celate.