1893 – 1910, Galleria Nazionale, Oslo, olio, tempera, pastello su cartone, 91×73,5 cm
analisi del soggetto
Il quadro raffigura un sentiero in salita lungo il quale è visibile una figura umana in primo piano che urla rivolta verso l'osservatore e altre due figure, più piccole, in fondo al sentiero, che sembra si stiano allontanando, non curanti dell'urlo dell'uomo dietro di loro. Il paesaggio in cui sono inserite le figure è un cielo dai colori intensi, rappresentato al tramonto, che si specchia nelle acque di un lago.
Il sentiero raffigurato si trova sulla collina di Ekebergåsen, sopra la città di Oslo.
Osservando l’immagine, si ha la sensazione che si tratti di un ponte e questo accade perché il sentiero è ritratto solo per un brevissimo tratto ed è presente un parapetto che taglia diagonalmente la composizione.
Lo spunto per il dipinto ci viene descritto dallo stesso artista che racconta:
«Una sera camminavo lungo un viottolo in collina nei pressi di Kristiania - con due compagni.
Era il periodo in cui la vita aveva ridotto a brandelli la mia anima. Il sole calava, si era immerso fiammeggiando sotto l'orizzonte. Sembrava una spada infuocata di sangue che tagliasse la volta celeste. Il cielo era di sangue, sezionato in strisce di fuoco, le pareti rocciose infondevano un blu profondo al fiordo, scolorandolo in azzurro freddo, giallo e rosso. Esplodeva il rosso sanguinante lungo il sentiero e il corrimano mentre i miei amici assumevano un pallore luminescente. Ho avvertito un grande urlo: le linee e i colori risuonavano vibrando e queste oscillazioni della vita non solo costringevano i miei occhi a oscillare, ma imprimevano altrettante oscillazioni alle orecchie perché io, realmente, ho udito quell'urlo. Poi ho dipinto il quadro.»
Dunque, lo spunto del quadro è sicuramente autobiografico e l’uomo in primo piano che urla è l’artista stesso, ma l'urlo acuto e lancinante che si propaga all'interno del dipinto sembra fuoriuscire da esso, trasferendosi dall'autore al fruitore il quale viene investito dall'angoscia e dal dolore del pittore. In questo modo, il dipinto non si limita a evocare un’esperienza personale dell’artista, ma assume un carattere collettivo, diventando, in un certo senso, il simbolo stesso della paura e della solitudine dell'umanità di fronte alle incertezze e alle sofferenze della vita.
l soggetto che urla in primo piano ci appare come una figura deforme, con un corpo curvo e molle che sembra essere privo di scheletro, più simile ad un fantasma che a un essere umano. Anche la testa e il volto non sono realistici: l’uomo infatti è completamente calvo, con gli occhi spalancati e lo sguardo allucinato, il naso quasi assente e la bocca aperta in uno spasmo innaturale.
In lontananza, alle sue spalle, si notano due figure umane, rigide e diritte: sono gli amici del pittore, che egli rappresenta mentre stanno camminando lungo il sentiero, incuranti della sua angoscia, come a testimoniare la falsità dei rapporti umani o, più semplicemente, l’egoismo e l’individualismo che spesso li caratterizza.
Sulla destra, infine, troviamo il paesaggio: un vasto cielo fiammeggiante e un lago scuro che, per il loro andamento ondeggiante, si pongono in netto contrasto con le linee rette del sentiero e del parapetto.
Il luogo appare innaturale e poco accogliente: il cielo è rappresentato tramite lingue rossastre che sembrano sangue, mentre l’acqua ha perso la sua naturale trasparenza, trasformandosi in una massa scura ed oleosa.
La deformità degli elementi naturali e i colori stridenti e contrastanti sembrano rendere visibile l'inquietudine dell'artista.
analisi degli elementi del linguaggio visivo
L'effetto espressivo del dipinto è dato da tre elementi diversi:
- la scelta dei colori
- l'uso li linee rette e curve alternate
- lo studio della composizione, cioè la collocazione dei vari elementi nello spazio del dipinto.
Per quanto riguarda l'uso del colore, Munch utilizza per due terzi del dipinto colori molto scuri, come i blu, i verdi, il nero e il marrone scuro mentre dipinge solo un terzo dell’immagine, il cielo, con colori luminosi e accesi, quasi accecanti.
Questa disparità di superficie, però, non crea disarmonia poiché la parte luminosa del cielo, pur ricoprendo una superficie più piccola, con i suoi colori caldi e intensi, bilancia il peso compositivo della vasta area scura della parte bassa dell’immagine.
Il colore chiaro, infatti, ha un “peso compositivo” maggiore rispetto a quello scuro, poiché la sua luminosità è in grado di catturare lo sguardo e quindi l’attenzione di chi guarda.
Inoltre, in questo dipinto, l’area scura (visivamente più pesante) si trova in basso mentre l’area più luminosa (visivamente più leggera) si trova in alto e questo contribuisce a conferire equilibrio visivo all'immagine.
Munch, quindi, per rafforzare l’effetto espressivo del dipinto, si avvale di un marcato contrasto di chiaro scuro, tra colori luminosi e colori più cupi, generando così un effetto di accostamento cromatico molto forte, stridente, addirittura fastidioso. Questa esperienza di “fastidio visivo” evoca lo stato di forte angoscia e malessere emotivo del personaggio.
Inoltre, l’artista, scegliendo di dipingere il volto chiaro del personaggio proprio davanti alla massa scura del lago, lo mette in risalto e lo rende il centro compositivo dell’immagine.
Anche il modo in cui il pittore ha scelto di utilizzare le linee determina l’impatto espressivo del dipinto e contribuisce a veicolarne il messaggio di fondo.
L’intera immagine, infatti, è costruita attraverso un efficace gioco di linee rette e curve che sembrano opporsi le une alle altre.
Munch sceglie di utilizzare le linee curve per rappresentare il paesaggio e l’uomo, conferendo ad essi un movimento ondulatorio e richiamando così le onde sonore dell’urlo di terrore che il protagonista sta lanciando. L’urlo è così straziante che deforma sia il paesaggio sia l’uomo, costretto a coprirsi le orecchie con le mani per cercare di attutire l’impatto sonoro della sua stessa angoscia.
Per contro, il sentiero, il parapetto e gli uomini sono rappresentati attraverso linee rette, che appaiono imperturbabili nel loro sviluppo rigido e continuo e comunicano visivamente la loro indifferenza al grido e, quindi, al dolore dell'uomo.
Questa scelta stilistica esprime al meglio l’atteggiamento individualista delle figure umane sullo sfondo, le quali sembrano appartenere ad una dimensione più concreta e meno intima e che quindi appaiono insensibili al disagio altrui.
Per quanto riguarda la composizione, cioè il modo in cui i vari elementi sono disposti all'interno dell’immagine, notiamo che l’uomo che urla è posto in primo piano, rivolto verso l'osservatore, come a cercare un contatto visivo con lui e contemporaneamente si pone in netto contrasto con gli altri elementi del dipinto.
Le due figure umane che rappresentano gli amici del pittore, invece, sono di piccole dimensioni, voltano le spalle all'uomo - e quindi anche all'osservatore - e appaiono lontane, grazie all'effetto prospettico molto accentuato del sentiero. Inoltre, sono collocate vicinissime al margine sinistro della tela, come se stessero uscendo dal quadro, abbandonando incuranti la situazione.
Il vero centro compositivo del dipinto, però è l’ovale della bocca dell’uomo: da esso le onde sonore del grido sembrano influenzare tutto il paesaggio, deformandolo e rendendolo sinuoso come se stesse vibrando e lo stesso accade anche al corpo dell'uomo che si trasforma egli stesso in un'onda in movimento.
A questo punto, però, occorre precisare che Munch ha realizzato diverse versioni, che lo hanno portato per gradi a definire la composizione di questo dipinto.
Notiamo che le figure umane in fondo al sentiero, per esempio, sono state modificate più volte, fino a raggiungere la posizione rigida e statica che hanno e che, in effetti, sembra essere quella più efficace per rendere l'effetto di indifferenza voluto dall'artista.
Altro elemento importante del dipinto è il parapetto del sentiero che separa fisicamente la figura umana dal paesaggio mettendo in evidenza ancora di più il suo isolamento.
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